“Acqua si o acqua no” è spesso il dilemma dell’estate. Ma come possiamo difenderci?
In questo articolo vedremo alcune soluzioni che potremmo adottare: il Risarcimento? Una delle strade percorribili, sempre!
La Sentenza 2182 (per citarne una) ha definito che, in caso di #disservizi nell’erogazione dell’acqua potabile, il gestore dell’acquedotto che si è impegnato alla somministrazione dell’acqua nel contratto di servizio deve ricorrere a fonti di approvvigionamento alternative rispetto a quelle usuali e garantire ugualmente il servizio ai clienti (qui vediamo quanto e come).
Anche se il disservizio è dovuto all’inquinamento prodotto da insediamenti industriali o da altre cause, il Gestore non può “semplicemente” riconoscere l’esistenza del problema ma deve dimostrare che non era possibile supportare l’utente / cliente in alcun modo.
Il Gestore, quindi, deve provare di aver impiegato la necessaria diligenza per rimuovere gli ostacoli frapposti all’esatto adempimento”
Il RISARCIMENTO è certamente una magra consolazione rispetto al grave disagio che arreca la mancanza di acqua in casa ma il consumatore può richiederlo, sempre meglio di niente!
Considerando tale ipotesi, ad ogni disservizio rilevato, consigliamo vivamente:
- di inviare una segnalazione al gestore tramite i loro sistemi di comunicazione ufficiali;
- (se il punto precedente non è tramite pec) inviate anche una pec in cui “copiate ed incollate” la stessa segnalazione inviata al gestore tramite i loro sistemi di comunicazione ufficiali;
- di richiedere l’intervento dell’autobotte come sistema alternativo;
- se sostenete costi (servizio di fornitura tramite terzi diversi), conservare le ricevute fiscali – (sono l’unico documento che può risarcire l’esborso economico da Voi sostenuto per sopperire alla carenza idrica, oltre al danno).
ARERA è un grande supporto per avere informazioni utili e qui puoi scoprire di più.