25 novembre: una giornata per dire basta alla violenza sulle donne

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In Italia, secondo i dati del ministero degli Interni, sono 106 le donne uccise nel 2023, di cui 87 da familiari o ex partner. Questo significa che ogni tre giorni una donna perde la vita per mano di chi diceva di amarla o di chi non ha accettato la fine di una relazione. Si tratta di un dato allarmante, che mostra come la violenza sulle donne sia ancora una piaga difficile da estirpare nella nostra società.

Oggi, 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 per sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che colpisce milioni di donne in tutto il mondo, in ogni ambito sociale, culturale ed economico.

Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse, ma si possono ricondurre a una radicata cultura patriarcale e maschilista, che vede la donna come un oggetto di proprietà dell’uomo, da sottomettere, controllare e umiliare. Spesso, la violenza si manifesta in forma psicologica, verbale, economica, prima di sfociare in quella fisica e sessuale. Molte donne, per paura, vergogna o mancanza di sostegno, non denunciano le violenze subite e restano intrappolate in un circolo vizioso di soprusi e minacce.

L’ORIGINE DELLA GIORNATA

La data del 25 novembre non è stata scelta a caso, ma ha un significato storico e simbolico. Infatti, in questo giorno si ricordano le tre sorelle Mirabal, note come “Las Mariposas” (le farfalle), attiviste politiche e oppositrici della dittatura di Rafael Trujillo nella Repubblica Dominicana. Il 25 novembre 1960, le tre sorelle furono brutalmente assassinate dagli agenti del regime, mentre tornavano da una visita ai loro mariti imprigionati. Il loro omicidio scatenò una forte reazione popolare, che contribuì alla caduta della dittatura sei mesi dopo.

Nel 1981, nel primo incontro femminista latino-americano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal. Nel 1999, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite riconobbe ufficialmente questa data e invitò i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della nonviolenza contro le donne.

LA SITUAZIONE IN SICILIA

La violenza sulle donne è un fenomeno che non conosce confini geografici, ma che in Sicilia assume dimensioni preoccupanti. Secondo i dati del ministero degli Interni, sono sei le donne uccise nell’isola nel 2023, di cui cinque da familiari o ex partner. Si tratta di storie drammatiche, come quella di Marisa Leo, barbaramente assassinata dall’ex compagno lo scorso 6 settembre. Per contrastare questa piaga, nella nostra regione sono attivi diversi centri antiviolenza, che offrono alle donne vittime di violenza un’assistenza legale, psicologica e sociale, oltre a strutture di accoglienza a indirizzo segreto o di ospitalità in emergenza. Si tratta di realtà importanti, che svolgono un ruolo fondamentale nella protezione e nel sostegno delle donne, ma che spesso devono fare i conti con la scarsità di risorse e di personale. Per questo, la Regione Siciliana ha pubblicato tre avvisi per concedere contributi ai centri antiviolenza e alle strutture di accoglienza, per la realizzazione di piani personalizzati e di iniziative di sensibilizzazione nelle scuole. Si tratta certamente di un passo avanti, ma non sufficiente per garantire una rete capillare e qualificata di servizi e di interventi a favore delle donne che ogni giorno subiscono violenza.

LE POSSIBILI SOLUZIONI

I fatti di cronaca quotidiani ci dimostrano che per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne non bastano le leggi e le pene, ma occorre una profonda rivoluzione culturale, che parta dall’educazione e dalla prevenzione. Le scuole e le famiglie hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere ai giovani valori di rispetto, parità e dialogo, e nel contrastare gli stereotipi e i pregiudizi che alimentano la discriminazione e la violenza di genere. Inoltre, come già detto, è necessario rafforzare i servizi e le reti di sostegno alle donne che subiscono violenza, garantendo loro assistenza legale, psicologica e sociale, e facilitando la loro uscita da situazioni di pericolo e di isolamento.

Un altro aspetto cruciale è quello della denuncia, che rappresenta il primo passo per interrompere il ciclo della violenza e per ottenere giustizia. Ogni donna che subisce violenza, anche la più lieve o nascosta, deve avere il coraggio e la fiducia di rivolgersi alle autorità competenti, ai centri antiviolenza, alle associazioni, ai familiari o agli amici, per chiedere aiuto e protezione. Non si deve mai tacere o minimizzare la violenza, ma si deve sempre reagire e difendere i propri diritti e la propria dignità.

NON BASTA UNA SOLA GIORNATA…

La violenza sulle donne non è un problema di una minoranza di uomini violenti, ma è un problema di tutta la società, che tollera, minimizza, giustifica o ignora questo fenomeno. Perché la violenza sulle donne non è solo una questione di statistiche, di numeri, di casi isolati, ma è una questione di diritti, di dignità, di vita. Perché la violenza sulle donne non è una fatalità, una sfortuna, una coincidenza, ma è una scelta, una responsabilità, una conseguenza. E perché la violenza sulle donne non è solo un problema delle donne, ma è un problema di tutti e tutte, che dobbiamo affrontare insieme, con coraggio, determinazione e solidarietà. Oggi, 25 novembre, è una giornata per alzare la voce, per chiedere giustizia. Una giornata per ricordare le vittime, per sostenere le sopravvissute, per educare le future generazioni. Una giornata che deve, soprattutto, ricordarci che non basta una ricorrenza, ma dobbiamo lottare ogni giorno, perché l’indifferenza ci rende complici. Non possiamo più permetterci di rimanere in silenzio, è arrivato il momento di agire, reagire e resistere, di dire, con le parole e soprattutto con i fatti, BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, oggi e sempre. 

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